UNA RAGAZZA LIBERA - 2^ parte - città: Napoli - Massa Carrara Trasgressiva

UNA RAGAZZA LIBERA - 2^ parte - città: Napoli - Massa Carrara Trasgressiva

UNA ragazza LIBERA - 2^ parte - città: Napoli Ero contenta di essere finalmente fuori dal carcere e di guadagnare qualcosa onestamente, ma ero disperata perchè Carmine era scomparso. Di giorno, mentre sgommavo in scooter su e giù per le strade, andava anche bene, ma la sera ritornava quella indecente voglia di sesso. Abituata al ritmo del carcere, mi sentivo eccitata per un nulla e non riuscivo a dominarmi. Soltanto il vento che soffiava tra le mie gambe mi faceva venire la pelle d'oca. La fessa si bagnava e alcune gocce scorrevano all'interno delle mie cosce. Passavano i giorni e di Carmine nemmeno l'ombra. Mi venivano in mente tutte le scopate, le inculate, i pompini, le leccate... e le sue promesse di amore eterno. Il fetente era più irraggiungibile di un cliente TIM! Dovevo togliermelo dalla càpa e pensare solo a me stessa. Quando avevo poche consegne e rientravo prima dei miei e di mio fratello, continuavo a guardarmi nuda negli specchi di casa. Osservavo il mio corpo, le zinne dure, la fessa piena di sangue, e mi masturbavo a lungo ansimando e urlando: "Sono libera, libera... liberaaaaa!". Una calda sera di questo aprile, col depilatore di mamma, mi sono rasata i peli della fica, e poi quelli delle ascelle. Mi sono truccata per bene, ho messo gonna, maglietta e giubbotto, sembravo davvero una gran fica! Sono uscita, ho preso l'autobus e ho camminato lungo i marciapiedi del centro in preda alle fantasie sessuali più strane finchè, per caso, sono stata avvicinata da un giovane turista russo che doveva andare al Teatro San Carlo. Era pure belloccio, ma soprattutto non capiva un cazzo di italiano e io non capivo un cazzo di russo... il maschio ideale per il sesso usa e getta! Ho chiamato un taxi e, fingendo di accompagnarlo al Teatro, ho detto di portarci sul lungomare di Margellina. Una volta arrivati, l'ho convinto a scendere, dicendo al taxista di aspettare. Il desiderio di essere scopata aveva raggiunto livelli osceni. Ho trascinato il russo in spiaggia, dietro una cabina, gli ho abbassato i calzoni, gli slip, mi sono accovacciata e ho preso il suo pesce in bocca per farlo diventare Durex. Non ce n'era bisogno, forse tovarich era un po' sbronzo, ma il suo cazzo no. Mi sono rialzata, ho preso dalla borsa due preservativi rimasti dall'anno prima e glieli ho dati facendogli capire a gesti che doveva usarli. CONTINUA

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03/05/2017 10:20

Mirko

Che tristezza di ragazza! Continuava a cercare colui che l ha messo nella merda!! Chi e' causa del suo mal pianga se stesso!Anchio spero che ti svegli,che la tua vita migliori e non ti cerchi certe compagnie!

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