UNA SVELTINA IN AEROPORTO – 2^ parte - Parigi  - Massa Carrara Trasgressiva

UNA SVELTINA IN AEROPORTO – 2^ parte - Parigi - Massa Carrara Trasgressiva

Mi ha dato la mano per presentarsi ufficialmente.
- Io mi chiamo Ingmar... e tu?
- Concetta.. per gli amici Cettina...
Gli ho tenuto la mano per qualche secondo, era maschile e ben curata. 
- Padre italiano e madre svedese, abito a Göteborg. Tu vieni dalla Sicilia, vero?
Gli ho fatto vedere Abbiamo iniziato una conversazione superficiale, tra il non personale e la cortesia, evitando domande troppo intime. Poi mi è scappato un:
- Sei sposato?
- No...
Non indossava la fede, ma sono quasi sicura che mentiva. Pensavo di averlo spaventato con la mia audacia. In un momento, è calato il silenzio. A volte la mia linguaccia gioca dei brutti scherzi. 
- Grazie per il cappuccino...
Mi sono messa lo zaino in spalla e ho camminato verso la fine del terminal. Credevo che fosse pentito di avermi invitato al bar, invece dopo alcuni secondi si è alzato e ha detto a voce alta:
- Hey Cettina!
Ha lasciato 5 euro sul tavolino, mi è venuto dietro e mi ha preso per un braccio restituendomi il libro che avevo dimenticato al bar.
Non era minaccioso, al contrario, ma qualcosa di inevitabile stava per succedere. Ho lanciato uno sguardo involontario alle toilettes lì vicino e poi a lui. Con un movimento brusco, l'ho trascinato nel bagno delle donne e lui mi ha stretto contro la porta. Le pareti e il pavimento puzzavano di prodotti chimici e urina. La sua valigetta, il cappotto e il mio zaino sono finiti appesi all'attaccapanni a due ganci. Una delle sue cosce ha separato le mie gambe e la sua bocca affamata si è incollata alla mia lasciando l'odore del caffè.
Ha sollevato la felpa sopra il mio seno e l'ha succhiato con impeto. Con le mie mani ho rapidamente tolto i jeans e le mutande munite di salvaslip (mi dovevano venire le mestruazioni da un momento all'altro!) e poi gli ho abbassato i pantaloni e i boxer. Aveva la minchia diritta e rigida come un maxi filetto di merluzzo congelato Findus! Dopo averlo visto, mi sono sporta per estrarre un preservativo dalla scatola che tengo sempre nello zaino (non si sa mai). Lui se l'è infilato e non ha perso tempo.
Mi ha girato e ha separato le mie gambe senza complimenti. Mi ha afferrato i fianchi e una sua mano è scivolata sulla mia fessa. Ero già bagnata e non c'è stato bisogno di preliminari. L'ha aperta con le sue dita e non ho potuto fare a meno di emettere un gemito.
CONTINUA

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